C’era una volta una Ballerina. La prima volta che la vidi sgambettava incerta, mentre la madre le teneva le manine paffute e sorvegliava attenta ogni suo passo. Poi la Ballerina iniziò a camminare più sicura; la mamma le aveva lasciato le mani, ma non smetteva di osservarla da lontano, prestando sempre attenzione alla strada che la piccola metteva davanti a sé.
Man mano che gli anni passavano i suoi movimenti si facevano più aggraziati e aveva imparato a saltare. La potevi vedere camminare a balzoni, mentre lo zaino le sbatteva sulla schiena e il grembiule le svolazzava tra le gambe. D’estate la strada assolata era il suo regno. La Ballerina sapeva anche correre! E una mattina ricevette da suo padre il regalo più grato: una bella bicicletta. La madre pensava che fosse troppo alta, troppo pericolosa.
Qualche giorno dopo il papà lasciò che andasse da sola. L’urlo di gioia, poi la solita frase che tutti abbiamo pronunciato almeno una volta nella vita: «guarda mamma!».
Il tempo trascorreva e la piccola Ballerina si faceva sempre più alta, sempre più elegante. Un pomeriggio la vidi con una borsa grande e gli occhi pieni di emozione. Stava andando alla sua prima lezione di danza.
La piccola Ballerina stava imparando in fretta e diventava sempre più brava. La mattina andava a scuola e qualche ora dopo… giù in strada e di corsa – sempre di corsa – verso la palestra.
Il giorno del primo saggio la sua mamma era così fiera di lei! La sua piccola, le guance rosse dall’emozione, si muoveva a tempo di musica sulle punte e incantava chiunque la vedesse.
Un giorno la piccola Ballerina cadde.
Un piede rotto e il gesso dove far firmare agli amici le dediche più strane con i pastelli a cera. Solo che quel piede non guariva e da lì iniziarono le notti in lacrime.
Analisi, visite, strani nomi quasi impossibili da ripetere.
C’era però una parola che alla fine le rimase impressa nella memoria: cancro.
La piccola Ballerina aveva capito tutto, era molto intelligente, ma ce la metteva tutta per non farsi sconfiggere. Lunghe terapie, giorni e giorni ferma in ospedale, punture, medicine, tanto tempo passato lontano dalla sua famiglia, dalla sua bicicletta, dalle sue scarpette da ballo.
Un giorno d’estate la rividi.
Un fazzoletto a coprirle la testa e una sedia a rotelle per muoversi. Non poteva più camminare, saltare, correre, ballare. Però non aveva perso il sorriso. La sua mamma non la lasciava mai, sempre pronta a tenerle le mani, e lei aveva sempre pronta una risata squillante per riempire il cuore di tutti con la sua gioia.
Arrivato l’inverno, la piccola Ballerina andò via di nuovo. Ancora ospedali, ancora visite, ancora dolore. Poi tornò a casa.
Non so cosa abbia detto alla sua mamma e al suo papà. Non so se abbia sorriso al fratello, agli zii e ai nonni. Non so se abbia stretto a sé le sue bambole.
L’ultima volta che l’ho vista era serena, l’ombra di un sorriso a rischiararle quel volto ormai freddo. C’era odore di fiori freschi; lavanda, gelsomino, rose.
La sua mamma era lì, le teneva sempre la mano. Forse quello era stato il primo gesto che aveva compiuto appena si erano viste. Immagino una donna stravolta dalla stanchezza, dal dolore, che sorride a quella vita appena creata. Immagino le promesse fatte a se stessa e a quella creatura così indifesa, mentre piano piano le accarezza una manina che si schiude.
L’indomani tanta gente si raccolse in quel cortile dove lei saltava allegra incontro alla vita.
La pioggia cadeva; sembrava riversare sul mondo tutte le lacrime che la sua mamma aveva pianto di nascosto. I tuoni coprivano i singhiozzi della sua famiglia. Le nuvole nascondevano le smorfie di dolore di tutti quelli che l’accompagnavano. In chiesa le note di una canzone risuonavano, mentre la mamma si avvicinava alla sua piccola Ballerina dentro una bara bianca e le sussurrava qualcosa.
Ieri sentivo quella canzone e guardavo quella donna alla quale hanno strappato un pezzo di cuore fissare il cielo. Chissà quali pensieri rivolgerà stasera alla sua bimba pensando a tutte quelle mamme che felici rimboccano le coperte dei loro figli.
Arrivederci piccola Ballerina. Abbi cura della tua mamma.